La fine dei voli a 1 euro?

Oggi leggendo un interessante articolo su una testata di settore, ho avuto voglia di condividere un pensiero che ho da parecchi anni. L’articolo è stato pubblicato da ‘L’Agenzia di Viaggi Magazine’  il 28 settembre ’20  e ve lo  riporto integralmente qui sotto.

Tema  le compagnie aeree, che si ritrovano ad oggi in grandissima difficoltà. Le frontiere costantemente chiuse, le numerose limitazioni ai viaggi (quarantene, tamponi, distanziamento etc) ed  i conti che già scricchiolavano sotto i colpi inferti dalle low cost stanno portando il mercato ad un punto di non ritorno. E’ inoltre un gatto che si morde la coda. Le compagnie dopo un iniziale guizzo di entusiasmo in cui a maggio hanno ripristinato numerosi voli, hanno dovuto fare i conti con l’amara realtà della non sostenibilità delle tratte ed hanno dovuto cancellare in corsa il previsto con buona pace dei passeggeri che si sono visti riconoscere dei voucher (i più fortunati) mentre altri sono ancora in attesa dei sospirati rimborsi. Per cui ad oggi chi vuole volare , non trova disponibilità; le compagnie di contro non prevedono voli perchè non ci sono abbastanza prenotazioni per sostenere i costi. Inoltre i DCPM che vengono pubblicati con indicazioni un mese per volta non aiutano un settore che necessita di  programmazione a lungo termine .

Sicuramente questo 2020 ci ha messo di fronte a situazioni impreviste e mai nemmeno immaginate, ma allo stesso tempo, dovrebbe essere uno spunto di grande riflessione per tornare ad una ‘normalità’ che forse avevamo perso negli ultimi anni pre-covid.

La lotta dei prezzi al ribasso, la continua riduzione dei servizi, la chiusura degli uffici delle compagnie aeree a favore di call center ubicati nei paesi più disparati con personale istruito per fare cassa con i numeri a pagamento più che a risolvere le problematiche. Le policy sempre più a sfavore della distribuzione perchè tanto, è l’unica su cui ci si puo’ rivalere a suon di Adm. La concorrenza sleale perpetuata fra  il web e le agenzie puntando sull’incasso immediato lasciando poi allo sbaraglio i passeggeri perchè il ‘custumer care’  non rende.

Le cattive abitudini date e la percezione che si puo’ sempre avere ‘a meno’. Quante volte nel proporre un volo a 50-60-70 euro ci siamo sentite dire ‘è troppo caro!’ . E magari stiamo parlando di un Milano-Amsterdam…. Comprensibile, quando qualche compagnia per entrare a gamba tesa nel mercato ha venduto posti a 0.99 € perchè foraggiata dalle sovvenzioni Europee. Forse è il momento di tornare alla normalità tariffaria. Perchè se un treno Milano Roma costa 86 euro a tratta, un volo non puo’ costare 19.00€ .

Come diceva mia nonna, forse ”si stava meglio quando si stava peggio”. Ovvero quando viaggiare era un provilegio, quando si pagava di più ma si aveva UN SERVIZIO completo, pre-durante e post volo; quando chiamavi un call center e trovavi persone preparate che avevano la possibilità di risolvere il problema.

Io non voglio più pagare un volo 1 euro. Ma vorrei tanto avere la possibilità di volare ancora…..

” L’ultima brutta notizia arriva da Parigi e Amsterdam. I 10,4 miliardi di euro ricevuti da Air France e Klm dai rispettivi governi per superare l’emergenza sono sufficienti per meno di 12 mesi. Per questo motivo, sia Benjamin Smith, ceo del Gruppo franco-olandese, che Pieter Elbers, presidente e ceo di Klm, sono alla ricerca di un’ulteriore ricapitalizzazione, che serva a vedere la luce in fondo al tunnel.

Non meglio vanno le cose dalle parti di Lufthansa, dove è di pochi giorni fa la decisione di ridurre in modo permanente la flotta di 150 aeromobili, e di tagliare da qui ai prossimi anni 25-26mila posti di lavoro.

Del resto, come riporta ilfattoquotidiano.it, la pandemia ha fatto crollare il giro d’affari del trasporto aereo mondiale di 400 miliardi, tanto che nel 2020 è previsto un rosso complessivo di 80 miliardi, con un calo del traffico internazionale del 92% rispetto a un anno fa. Per non parlare dei 400mila licenziamenti annunciati, suddivisi equamente tra tutti i vettori. Ma non è finita perché da febbraio si è più che dimezzato il valore di borsa dei big. Iag, ad esempio, ha visto la sua quotazione diminuire del 62%. Lufthansa e la statunitense Delta hanno praticamente dimezzato il loro valore. Quello di easyJet si è ridotto a un terzo. Resiste meglio Ryanair che capitalizza circa un terzo in meno rispetto a febbraio.

Sul fronte economico, tra aprile e giugno Air France-Klm ha perso 2,6 miliardi di euro, EasyJet ha chiuso con un rosso di circa 350 milioni e un calo dei ricavi del 99%, conseguenza del fatto che i passeggeri trasportati dalla compagnia low cost britannica sono stati 117 mila contro i 26,4 milioni dell’anno prima.

E per il futuro? Secondo un recente studio dell’agenzia di rating Standard and Poor’s la situazione non tornerà alla normalità prima del 2024. “Una normalità relativa”, sottolinea il quotidiano, poiché il coronavirus è destinato a “lasciare eredità duratura. In particolare spostarsi per lavoro sarà un’opzione che dovrà confrontarsi con le alternative (videoconferenze e simili) molto impiegate in questi mesi”. ‘ Fonte: ‘ L’agenzia di Viaggi magazine , articolo del 28 settembre 2020